Acufene e malocclusione dentale: qual è la correlazione?

Non tutti lo sanno, ma l’acufene ha un fortissimo legame con l’occlusione dentale.

I denti rappresentano il nostro “centro del pericolo”, da essi dipende lo sviluppo di molte patologie. È possibile però individuarle rapidamente e risolverle.

Come? Continua a leggere l’articolo e scoprilo subito.

Che cos’è l’acufene?

L’acufene, spiegato in modo molto semplice, è un sintomo, non una malattia. In pratica chi ne soffre avverte un continuo fischio all’orecchio – giorno e notte.

L’acufene è un disturbo che purtroppo inizia ad essere molto diffuso, sebbene non sia ancora riconosciuto come una vera e propria patologia.

In verità, però, è uno di quei fastidi che complicano – e di molto – la vita delle persone che ne soffrono.

Ci si accorge di essere affetti da questo disturbo, nel momento in cui un rumore “fantasma” – il fischio all’orecchio – perversa giorno e notte senza mai un momento di pausa.

Si parla di rumore fantasma perché è qualcosa che non proviene dall’esterno, ma dall’interno del nostro orecchio e può essere causato da molteplici cause: una di queste è la malocclusione dentale.

La malocclusione dentale è un cattivo allineamento tra le due arcate dentali – quella superiore e quella inferiore. Questa condizione può causare un posizionamento errato della testa, che tende, così, ad essere protesa in avanti.

Quando questo si verifica, si possono manifestare diversi disturbi come mal di schiena, mal di testa e appunto acufene.

Quali possono essere le cause dell’acufene?

Le cause sono molteplici, per lo più collegate a traumi come per esempio quelli acustici (baro traumi, infezioni auricolari, problemi metabolici e/o ormonali).

Le cause dell’acufene possono essere anche posturali, quindi dovute per esempio all’assunzione di una cattiva postura, oppure occlusali.

Quando l’acufene dipende chiaramente da una malocclusione dentale?

Per esempio in mancanza di denti o in presenza di una conformazione anomala delle ossa del sistema temporo-mandibolare, dove tali situazioni possono incidere sul tensore del timpano e sulle strutture del sistema uditivo, generando appunto il fastidioso fischio.

Ci si accorge che si tratta di acufene dentale quanto si possono riscontrare vertigini, disturbi psicofisici, ronzii e dolore localizzato.

L’acufene dentale può essere facilmente risolvibile, se individuato per tempo.

Noi ti aiutiamo a risolverlo mediante l’utilizzo di uno strumento tecnologicamente avanzato, ossia un esame dettagliato per l’occlusione dentale.

L’esame a cui sottoponiamo il paziente è accurato, indolore e rapido.

Lo strumento ci permette, tramite la lettura dei dati, di comprendere in modo molto dettagliato e veloce se ci sono problemi di occlusione dentale. La soluzione più frequente è un semplice bite notturno. Ma nel caso di un paziente che soffre di acufene, potrebbe essere consigliabile una terapia più articolata.

In meno di 3 minuti puoi capire come risolvere la tua problematica e liberarti di quel fastidioso fischio all’orecchio che da tempo ti dà noia.

L’acufene è un disturbo pericoloso?

In sé e per sé non è considerato particolarmente pericoloso, sebbene di sicuro molto fastidioso. Quello che però può accadere è che l’acufene vada a influire sulla psiche della persona che ne soffre.

Il fischio nell’orecchio è qualcosa di persistente, che non si interrompe mai, soprattuto di notte quando sembra acutizzarsi. Ciò comporta disturbi del sonno, mancanza di serenità e aumento dello stress.

Non dormire bene o poco può causare depressione, oltre che disturbi alimentari. Tutto ciò può diventare un problema considerevole nel tempo.

Quindi in sostanza, no, l’acufene non è un sintomo pericoloso, ma sicuramente qualcosa di poco sopportabile.

Soffri di acufene dentale e vuoi sapere come curare questo disturbo?

Affidati a noi, ti aiuteremo ad eliminarlo.

Avvalersi del supporto di tecnologia avanzata, per noi, significa:

  1. Migliorare la diagnosi, andando subito a individuare il problema del paziente;
  2. Consentire di testare gli effetti del bite in tempo reale, verificando se è necessario operare eventuali cambi di settaggio;
  3. Analizzare nel dettaglio le tue componenti muscolari e verificare se sei un candidato al trattamento;
  4. Intercettare più rapidamente il problema e le diverse problematiche ad esso connesse;
  5. Verificare il raggiungimento di un’occlusione equilibrata.

 

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